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Al fine di procedere con dei piani di cura efficaci non è possibile basarsi solamente su una radiografia panoramica, poichè procedere in tal senso non permette di porre la giusta attenzione nei confronti del paziente.
Lo studio del caso, sia esso estetico, chirurgico, gnatologico oppure ortodontico, rappresenta il primo atto diagnostico e, insieme al colloquio e alla visita in poltrona risulta essere l’unico modo per affrontare con serenità e meno intoppi possibili la risoluzione del caso stesso. Questo perché, intraprendere un’analisi dettagliata del caso clinico permette di comprendere le problematiche e le aspettative del paziente.
Per questo motivo, nel corso degli anni abbiamo affinato un approccio che riserva la stessa attenzione al caso clinico sia esso complesso o relativamente semplice.
Come affrontiamo i casi clinici dentali nel nostro studio?
Ogni paziente è diverso dall’altro pur lamentando uno stesso problema dentale. Uniformare i vari step che compongono un “lavoro dentistico” ci dà la tranquillità di poter capire, in ogni momento, se e dove si è presentato un eventuale errore e poterlo correggere senza compromettere il risultato finale e senza, soprattutto, dover raggiungere compromessi.
Di solito procediamo riservando un primo appuntamento durante il quale effettuiamo una visita e una chiacchierata con il paziente. Se quest’ultimo decide di affidarsi alle nostre cure, organizziamo un secondo appuntamento durante il quale acquisiamo elementi utili per ottenere una “fotografia della situazione” del paziente senza dolore o fastidio e senza, soprattutto, stressarlo.
Tecnicamente i primi elementi utili allo studio del caso sono impronte e misurazioni specifiche tramite arco facciale e cere di RP (reference position) che, ci consentiranno di trasferire sull’articolatore, nella maniera più veritiera possibile, la situazione che il paziente ha in bocca.
Poter effettuare valutazioni sull’articolatore e con dei modelli in gesso dà la possibilità di valutare chiusura, interferenze e faccette di usura. Consente di prendere misurazioni per valutare se e quanti impianti si possono mettere.
Presa dell’arco facciale e modelli montati in articolatore
Nello step successivo incrociamo i dati ottenuti con le immagini radiografiche fatte ad hoc e da qui iniziamo a discutere con il paziente delle opportunità terapeutiche.
Molto utili sono anche le fotografie effettuate dal paziente (sia intraorali sia extraorali), soprattutto nei casi di riabilitazioni totali e/o estetiche.
Gestione di un caso complesso odontoiatrico presso il nostro studio dentistico
A titolo di esempio si presenta di seguito il caso di una giovane donna con perdita della dimensione verticale di occlusione (DVO) ovvero perdita della distanza tra il punto sotto al naso e la punta del mento nel momento in cui le due arcate dentarie si chiudono e, con la necessità di procedere con un recupero estetico della parte frontale.
Tecnicamente si tratta di un caso sia protesico, che gnatologico, che estetico.
Entrambe le foto sono state effettuate durante la prima visita presso lo Studio Dentistico Insogna-Petullà
Durante la prima visita è emerso che la paziente aveva bisogno di un rialzo occlusale. Ma di quanto rialzare? Potevamo permetterci di rialzare in maniera arbitraria, rischiando di avere conseguenze dal punto di vista articolare?
Assolutamente no.
Poniamo l’attenzione verso le caratteristiche della paziente
Dunque, abbiamo preso le impronte e tutte le misurazioni descritte in precedenza unendole con un particolare esame che si chiama cefalometria. Nella gestione del caso complesso in esame, è stata utilizzata la cefalometria secondo Slavicek che si fa sulla base di una radiografia, la tele rx latero laterale.
Questo esame ci ha permesso di sapere in maniera oggettiva e non arbitraria, quale fosse il range entro il quale la DVO della nostra paziente potesse essere rialzata.
N.B. La cefalometria permette di studiare le varie forme dei profili facciali e delle strutture ossee che costituiscono il cranio.
Risultato della cefalometria effettuata
Con l’ausilio della “Tabella Asta Incisale” abbiamo identificato il valore dell’altezza facciale della paziente al momento della visita (36.6) e poi il valore che avrebbe dovuto avere in base al suo scheletro ovvero 42.0 (entrambi cerchiati di rosso nella tabella seguente).
Per poter raggiungere il valore desiderato era necessario procedere con un “rialzo” sull’articolatore di 12 tacche (cerchiato di verde).
Tabella Asta Incisale
Poiché l’articolatore (Reference) utilizzato nel nostro studio parla la stessa lingua della cefalometria, il trasferimento dei dati su quanto fosse necessario rialzare la DVO della paziente sull’articolatore è risultato estremamente sicuro. Nel caso in esame abbiamo potuto rialzare fino a 12 tacche.
Vediamo in anteprima e insieme al paziente il risultato estetico finale
Una volta effettuata la raccolta dei dati tramite la cefalometria, è stato ingaggiato l’odontotecnico che si è occupato di effettuare una “ceratura diagnostica” vale a dire un modello dimostrativo con la cera sui modelli in gesso di quelli che sarebbero dovuti essere i nuovi denti della paziente.
Esempio di modelli di gesso
Successivamente è stata costruita una mascherina di stampo per poter replicare in bocca quello che l’odontotecnico aveva fatto in laboratorio e per stabilire se con il rialzo della DVO eseguito, l’estetica della paziente fosse ottimale.
Questa operazione prende il nome di mock-up dentale ed è la migliore tecnica per poter valutare l’estetica del paziente. In questo modo, esso potrà provare direttamente in bocca quello che sarà (in maniera preventiva ma il più vicino possibile al risultato finale) la sua riabilitazione finale.
In questa fase vengono scattate altre foto e viene girato un video in cui il paziente parla e sorride, in maniera tale che possa poi rivedersi con calma e così, esprimere il suo giudizio.
Foto scattate durante la prova del mock-up. La foto di dx riporta la differenza tra il mock-up e i denti
Valutiamo preventivamente l’efficacia dell’intervento
Prima di andare a lavorare definitivamente sui denti abbiamo costruito un “bite” che riproduce il rialzo deciso.
Su questo particolare bite la paziente ha potuto mangiare e lo ha indossato per un paio di mesi. Questo ci ha consentito di valutare eventuali problematiche: qui, infatti, siamo ancora nella fase in cui non sono stati toccati i denti quindi è possibile effettuare qualsiasi passo indietro senza compromettere l’integrità dei denti della paziente.
L’approccio multistep nella gestione di un caso dentale, complesso o semplice che sia, permette di avere la sicurezza che tutto quello che viene fatto è la cosa giusta per il paziente.
Da qui, dopo aver effettuato i controlli del caso, sono stati realizzati gli intarsi e le faccette definitive.
PRIMA e DOPO – Nel confronto tra le foto prima e dopo l’intervento si vede
chiaramente la modifica della lunghezza del viso del paziente
Particolare del caso: le faccette anteriori
Conclusioni
Nel nostro studio tutte le attività vengono svolte senza l’assillo del tempo, questo ci permette di lavorare con la massima tranquillità. Nel caso preso in considerazione in questo articolo, ad esempio, gli appuntamenti per la presa delle impronte definitive, le relative prove e la cementazione dell’intero lavoro sono durati circa 6.7 ore ciascuno. La durata dipende da quanti denti sarà necessario preparare e quanti provvisori dovranno essere adattati.
Per certi tipi di lavoro il paziente può passare con noi anche tutta una giornata lavorativa, questo non deve spaventare perché permette di rispettare i tempi sia delle varie lavorazioni sia, soprattutto, i tempi del paziente senza la preoccupazione del paziente successivo.
In questo modo, siamo certi che tutte le nostre attenzioni saranno rivolte solo ed esclusivamente a quel paziente.